OBBLIGATORIA L’AUDIZIONE DEL MINORE, PARTE SOSTANZIALE E PORTATORE DI INTERESSI CONTRAPPOSTI E DIVERSI DA QUELLI DEI GENITORI (Cass.civ., sent. n. 24863 del 21.11.2014)di Roberta Venturi, sede di Frosinone

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La Suprema Corte ha ribadito il valore fondamentale dell’ascolto del minore, già sancito dalle norme sovranazionali e nazionali ed affermato in pronunce precedenti, emesse anche a Sezioni Unite. Spiega la Corte come l’audizione del minore, già ritenuta obbligatoria ai soli fini istruttori nel procedimento di cui all’art. 250, IV comma, c.c., abbia assunto particolare rilevanza con la decisione della Corte Costituzionale che ha attribuito al minore infrasedicenne la qualità di parte in senso sostanziale, in quanto portatore di interessi contrapposti e diversi da quelli del genitore, rendendo così indispensabile il suo intervento nel giudizio.  Conclude, quindi, affermando che l’audizione è la “prima fonte del convincimento del giudice”, da disporsi d’ufficio al fine di evitare i conseguenti vizi del procedimento per violazione del principio del contraddittorio e del giusto processo e che la sua esclusione deve essere adeguatamente motivata dal giudice. L’obbligatorietà dell’audizione del minore in tutte le questioni e le procedure che lo riguardano è stata ancor più esplicata oggi dalla legge n. 219/2012 e dal d. lgs. 154/2013, che rendono ineludibile il precetto.